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Cybersicurezza durante la pandemia, le cose da sapere

31 Agosto 2021
Cybersicurezza durante la pandemia, le cose da sapere

La pandemia che interessa tutto il mondo da oltre un anno, ha generato importanti cambiamenti nelle vite di tutti noi e anche nei comportamenti. La tecnologia ha conquistato un posto di primo piano nella quotidianità, nelle relazioni e nel lavoro.

Internet è stato per mesi l’unico canale che avevamo per svolgere attività lavorative e ludiche: così, il tempo trascorso online e il numero delle attività possibili sul web sono aumentate, con conseguenze a diversi livelli.

Come è cambiata la percezione della sicurezza informatica, o cybersicurezza, durante questi ultimi mesi? Quali conseguenze ha lo smart working per le aziende? Ci sono maggiori rischi informatici e come affrontarli?

Scopriamolo in questo articolo.

Attacchi informatici in aumento in tempo di pandemia

Sono cresciute le modalità di utilizzo della rete e, allo stesso tempo, sono cresciuti i rischi e le opportunità per i criminali informatici per entrare nei nostri dispositivi.

Secondo uno studio condotto da Comparitech, nel 2021 il 61% delle organizzazioni ha ricevuto un attacco informatico sulla posta elettronica, mentre nell’anno precedente erano solo il 50%.

Il dato diffuso dall’FBI è ancora più impressionante: dall’inizio della pandemia c’è stato un incremento degli attacchi informatici addirittura del 300%.

Oggi, assistiamo a un generale aumento del crimine digitale in tutto il mondo di ben il 25%. Questo significa che gli hacker si sono adattati alla nuova situazione e hanno sfruttato le circostanze a loro vantaggio. Gli utenti e le aziende devono dunque essere in grado di proteggersi con nuovi strumenti.

Analizziamo la cybersecurity da due diversi punti di vista: quello dei consumatori e quello dello smart working.

Consumatori e cybersicurezza: come sono cambiati i comportamenti?

Secondo uno studio di IBM su un campione di 22mila adulti in 22 paesi, gli intervistati hanno creato in media 15 nuovi account online da quando è scoppiata la pandemia e il 44% di loro non li cancellerà. L’apertura di tanti account porta inevitabilmente a utilizzare più volte la stessa password: l’82% degli intervistati ha ammesso di aver usato la stessa password per più profili almeno una volta. Per un hacker informatico, violare gli account collegati alla stessa persona sarà così molto più semplice.

Una tendenza che è emersa chiaramente è la propensione degli utenti a trascurare la sicurezza in favore della comodità dei servizi online: addirittura il 51% dei Millennial intervistati, preferirebbe fare un ordine online tramite un sito o un’app non sicura piuttosto che telefonare o recarsi di persona presso il punto vendita. La soglia di attenzione per i potenziali rischi informatici si è dunque nettamente abbassata nei comportamenti online.

Smart working e cybersecurity: rischi e opportunità per le aziende

Lo smart working ha richiesto l’utilizzo di applicazioni e servizi Cloud per condividere file anche da remoto. L’uso di strumenti con gestione da remoto rappresenta una forte minaccia per l’azienda soprattutto perché sono pochissime quelle che hanno fornito ai propri dipendenti un’adeguata formazione all’utilizzo di questi nuovi strumenti e quindi non saprebbe proteggersi da eventuali rischi e minacce.

Questa disinformazione rende inoltre gli utenti più vulnerabili ad attacchi di phishing e applicazioni pericolose, che spesso sfruttano l’incertezza, la paura e il dubbio.

La cosa più importante che possono fare le aziende oggi è dunque fornire ai propri dipendenti formazione e aggiornamento sui rischi legati agli attacchi informatici, in modo che siano pronti a difendersi e che non mettano in pericolo dati e file aziendali con un comportamento superficiale.

Cybersicurezza durante la pandemia, le cose da sapere ultima modifica: 2021-08-31T09:52:08+02:00 da Recovery Admin

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